OGGI NON ESCO
Ho 18 gradini nella casa dove sono
cresciuto
e li ho fatti tutti:
quando con le ali ai piedi andando su
quando saggiando cadendo gli spigoli.
Oggi non esco
già altre volte è accaduto:
sia quando in casa costruivo me stesso
sia quando chiuso solo lo distruggevo.
Se non datata questa poesia
può essere ogni giorno della mia vita,
un giorno da apice della scala
o un giorno basso da ultimo step.
Ma oggi voglio sfatare anche il tempo
ed impedirgli di dettare i miei umori
come se poi fosse al tempo associato
lo stato d’animo di una giornata.
Oggi non esco
e non rimorchio
non parlo
non rido,
ma non è una x sul calendario
oggi non voglio dire: “è un giorno
no.”
Oggi rimango in casa anche per pensare
comincio dando al tempo del tu
e voglio chiedergli di camminare al mio
fianco,
farmi da specchio mentre vivo e ripenso
a tutti i giorni in cui ha scandito il
mio fare.
Ma mentre scrivo sto attaccando le ore,
con occhio incolpo i minuti che
passano,
mentre il tempo lo avevo appena amato.
“Povero tempo scarico su di te
i passi ostici della mia vita.
Ma oggi io non volevo attaccarti
anzi al contrario ti volevo al mio
fianco;
sai che è accaduto?
Succede che VOGLIO attaccarti,
voglio attaccarti per non vedermi
riflesso.”
Capito questo voglio però andare
avanti
fare di questo la mia sfida di oggi
in questo tempo non voglio essere vacuo
come in quei tempi in cui andavo al
fronte
in una lotta contro me stesso.
Lo sai, rifletto e capisco una cosa
proprio per questo io stavo
attaccandoti
per i segreti che so tu hai di me.
Ma oggi, giorno in cui voglio cambiare,
parto da te, tempo, amico fedele,
ho fatto un giro,
per capire e scusarmi
adesso torno a quel che volevo dire.
Volevo dire che oggi non esco
ma è un giorno nuovo
e posso dirlo perché
anche con te tempo sono andato al fondo
non è colpa tua mai
questo adesso ho capito.
Son io che stringo più forte il
cuscino
e non trovo via per uscire dal letto,
sono io che taglio i contatti col mondo
quando mi sento di non uscire di casa,
son sempre io che se non faccio
attenzione
sbaglio i miei passi e parto in circolo
dove
se gioco male arrivo depresso.
E’ proprio questo volevo dire
con questi esempi del mio passato
volevo dare a chi legge un consiglio:
siam sempre noi a tener banco alla
vita,
noi a fare sì di capire ogni cosa,
ogni rapporto, fosse anche col tempo;
e non è pazzia provare a parlarci.
“Oggi non esco” dicevo nel titolo
ma non vuole avere cattiva valenza,
ma di scoperta di un mondo diverso
che può portare a parlare col tempo
come a infilar due calzini spaiati,
che può portare a rinchiudersi al
mondo
come a sorrider baciando la spalla,
che può portare a non parlar più
o a prender solo la giusta rincorsa
lasciando dietro l’ultimo gradino
perché da oggi puoi guardarlo
dall'alto.
23 settembre 2008
° ° °
L’APICE DELL’AMORE?
Pensa che scemo: ti
chiedo di lasciarti vivere per morire io.
Cosa altro desiderare non
saprei, vorrei saperti lontana solo per chiederti di sentirci, e sai
che non è al telefono che intendo. Prova a immaginare cosa vuol dire
sentirti: passa semplicemente la tua mano sul collo, lascia correre
le dita alla base dei tuoi capelli, scendere il tocco sul plesso
solare mentre un brivido percorre la schiena; TROVAMI IN QUEL
BRIVIDO; sia se il mio respiro è li, vicino a te, medesimo col tuo,
sia se lontano lo stesso palpitasse con te.
Vorrei che leggessi
queste righe quando davvero sarò lontano, quando il mio tocco non
potrà sfiorarti; non azzarderei le mie mani fredde su te, sapendo di
trovare caldo, oltre il tuo corpo, anche le lacrime per la mia
perdita. Ma non aver paura, ci ascolteremo senza proferir parola,
riconoscendoci senza vedere i visi: il mio ormai spento senza più
calore, il tuo solcato per troppo dolore.
Ehi,
ferma il palpito,
io sono vivo,
questo spavento perché
ti lasci vivere.
15 settembre 2008