PARIS PARIS
Paris Paris
e le bon nuit
nei passi svelti da metropolì
nei passi lunghi delle parigì
nei passi lunghi per percorrere la
vita.
Voilà voilà
cade il governo
nell’esercizio del potere fino a se
stesso
seduto sula vasca
mi guardo allo specchio.
E guarda guarda
estendo al jeunesse
che cosa farci con l’età adulta
dove non c’è spazio
per sogni e meraviglia.
Osservo osservo
e vedo la vita
dalla finestra dietro le tendine
da cui guardare a le monde che gira
da cui guardare à mé sùla strada.
30 gennaio 2008
° ° °
14 GENNAIO 2008
Mollo
lascio i cavalli correre liberi
dal giogo che li teneva legati.
Corrono
in direzioni da me mai sognate,
dove ho imparato a legarmi sì bene
da rimandare ogni incontro con me?
Come facevo a tenerli mansueti,
lampi di genio in un gioco mediocre.
Fortuna mia è non dar peso al passato,
cosciente d’essere ancora in ballo
su di una musica fuori pentagramma.
14 gennaio 2008
° ° °
CONTRO IL TRAGUARDO DELLA MEDIOCRITÀ
Vorrei pensare ad altro
al verde che si accende
quando su di un prato piove
e a come sulla tela
dipingere le gocce.
Vorrei pensare al viso
mio, sereno e rilassato
quando prova il tutto e il niente,
pienamente ottimizzato
dolcemente rilasciato.
Vorrei cercare brividi
e mentre ancora godo
cercare la parola
che descrive la mia schiena
salpata da emozioni.
Vorrei sostenere la mia tesi
non più l’uni il mio uditorio
ma un qualunque avventore
da cui imparare e regalare
ragionando di una vita.
5 gennaio 2008
° ° °
ALLA POESIA
Hai mai parlato con una
poesia?
Io sì, per chiederle di
attendere,
ero obbligato a posare la
penna
perché non potevo fare
altrimenti.
Così in colpa mi sono
sentito
da dedicarle questa
poesia
mentre nel con lei
dialogo
mi indicava la via.
Di nuovo penna in mano e
foglio
mi ha chiesto di essere
un poeta
e così come ogni arte
di vivere per lei.
In date successive:
2 gennaio 2008
5 gennaio 2008
15 aprile 2008
° ° °
IO STRONZO
Io stronzo
nella faccia di un bambino che piange
asciutto
dato il tacere del cuore adulto
disadattato tra fili che spezzo e nodi
che faccio.
Più semplice
sarebbe stato rimettere
ogni mio gesto
a un copione già scritto
eroico ed imberbe
preferisco la morte
allo spegnere lento
del mio essere
al vederne sfiatare la voce
spegnendo i neuroni.
1 gennaio 2008
° ° °
IL MIO MARCO
Il mio ego
che vuol sentirsi dire bravo
( perché si fa un culo così, ha
affrontato e superato tutte le difficoltà e rarissimamente sbaglia )
che gode nel sentir che l’altra gode
sotto lui
( mi piace dedicarmi al partner, mi
piace sentir goder quanto mi piace sentir vivere e mi piace
gongolarmi nel credo che se do tutto a una persona, quella persona
può darmi ancora di più )
che ambisce al sentir dir che l’altro
cade sotto lui
( sono nato leader e voglio esserlo
quando occorre, tutto il resto dello sforzo lo lascio agli altri e mi
piace sapere che di fronte a me deporrebbero le armi )
che troppo presto padre non da spazio a
correzioni
( ho ragionato fin troppo su cose con
cui non sarei dovuto entrare in contatto se non con le dovute
precauzioni )
che usa un’arte semplice credendo
d’essere migliore
( ma chi è che mi ha detto che la mia
arte non vale, solo io quando non ci credo )
che esporta democrazia purché sia in
linea con la sua
( certo questo mondo ha tante cose da
migliorare e io ho criteri e valori per dargli una condizione
migliore, quindi seguitemi )
che pensa a educare quando sa ancor
quanto imparare
( posso insegnare ne ho la passione, la
VIS, la vocazione, e la facilità di effettuarla, chi più di me )
che non sa fare niente e ha la certezza
di saperne
( un po' di tutto e capacità di
risolvere problemi, non c’è mai situazione in cui debba chiedere
aiuto )
che adesso che ha più donne allora sì
che è un leone
( sono un leone, le scelgo annusandole
e parlandoci, è la prosecuzione della specie, è il maschio
dominante, è starsene sulla collina e conoscere tutto quello che
avviene nel proprio territorio, è saggezza )
che crede di scamparla se ha una tigre
sulla via
( perché non dovrei scamparla, perché
non dovrebbe accorgersi che non sono solo un bocconcino )
che dalle sue paure se ne è fatte di
certezze
( ho sfiorato l’autismo, mi conosco e
se ho bisogno di certezze perché mi devo minare )
che vuol sentirsi dir “ti amo”, lo
dice e poi è già via
( voglio essere amato perché io amo e
lo dico, lo vivo. Pretendo di essere amato, perché c’è un prima e
un dopo avermi incontrato )
1 gennaio 2008
° ° °
1 1 8
Sono da solo
e alla finestra aspetto l’alba.
Sono le tenebre gli animi come il mio
sono chiarore chi scelgo che mi da
ragione.
Ormai è giorno
comincia un anno nuovo.
La stella in cielo chiama a sé
puoi andargli dietro oppure non
seguirla.
L’anno alle spalle
me ne ha date di lezioni.
Son due d’analisi
i livelli da paralisi.
Conosco il sole, l’ali, e il fango
del mio pianto
conosco ogni respiro prima dello
schianto.
Son albe nuove ogni volta che ragiono
ogni dischiudersi di idee in cui io
sono.
1 gennaio 2008
° ° °
LO SPIGOLO DEI GRADINI
Che fatica però
quando non riesci a salire le scale
scoprendo lo spigolo dei gradini
duri sotto lacrime calde
come da piccolo
vedere la brina
la prima volta.
gennaio 2008
° ° °
CIGLIA
Le chiudi mille volte al giorno le tue
ciglia
ma c’è un battito in cui racchiudi
tutta te
quel battito interessa me.
Gennaio 2008
° ° °
AMORE E PSICHE
Veemente psiche
con mano d'uomo
ascende femmina
abbandonata.
gennaio 2008